News & Eventi
Rimani sempre aggiornato e non perderti le nostre news e i nostri eventi!

Latte contaminato: latte UHT e spore

In questo articolo parliamo di latte contaminato e della relazione tra presenza di bacillacee e prodotti UHT, nota da quando sono state isolate per la prima volta nel latte UHT.

Il latte UHT, ottenuto sottoponendo il latte a trattamento termico minimo di 135°C per 1 sec. (ma normalmente trattato a temperature comprese tra 135°C e 150°C per 1-8 secondi in flusso continuo) seguito dall’immediato confezionamento asettico in contenitori presterilizzati è virtualmente e commercialmente sterile perché il trattamento termico inattiva le forme batteriche vegetative e le loro spore.

Dopo il riscaldamento, il latte UHT è conservato a temperatura ambiente. Secondo le norme europee, tale tipo di latte confezionato può contenere meno di 10 ufc/ml di cellule batteriche dopo incubazione a 30°Cper 15 gg.

Le possibili contaminazione latte, talvolta, si verificano in seguito a ri-contaminazione durante il riempimento dei contenitori, e/o sono dovute all’attività proteolitica e lipolitica degli sporigeni termofili presenti nel latte e nei prodotti lattiero caseari (es. latte in polvere).

I bacilli termofili si coltivano in laboratorio su piastre di terreno nutritivo per aerobi (PLA o APC agar) incubate a 55°C.

Distinzione tra i ceppi batterici sporigeni

Gli sporigeni isolati con tale modalità dal latte UHT sono divisibili in due categorie:

  • a) termofili obbligati e
  • b) termofili facoltativi, denominati anche temotolleranti (Burgess & coll. 2010)

I termofili obbligati crescono solo a temperature elevate (tra 40° e70°C) e comprendono le speci Anoxybacillus  flavitermus e Geobacillus spp. (Flint& coll.2001; Scott & coll.2007).

Gli sporigeni termofili facoltativi appartengono al genere Bacillus e crescono alle temperature proprie dei germi mesofili e a quelle dei termofili, in base alla specie. Alcuni esempi di questi sporigeni meso/termofili sono B. licheneformis, B. coagulans, B. pumilus, B. sporothermophilus e B. subtilis. (Burgess & coll, 2010).

Le caratteristiche principali dei bacilli termofili sono:

  • temperatura massima di crescita :45°-70°C
  • temperatura minima di crescita 30-47°C
  • intervallo di pH per la crescita 5,2-9,0
  • degradazione della caseina da parte della maggioranza dei ceppi
  • scissione dell’amido da parte della maggior parte dei ceppi

Molti ceppi producono enzimi o altri prodotti metabolici che causano odori e difetti strutturali.

Latte contaminato: fonti di inquinamento

La provenienza dei ceppi sporigeni può essere identificata nelle stalle o negli impianti di trattamento termico del latte. Nelle stalle il suolo è l’habitat principale degli sporigeni; il foraggio e le lettiere contaminate contaminano capezzoli e mammelle dei bovini e da queste i germi passano
nel latte.

Il latte può subire quindi una contaminazione crociata da foraggio insilato di scarsa qualità microbica nel quale gli sporigeni possono essere presenti in quantità di 100-1000 ufc/ml.

Anche le macchine mungitrici sporche possono essere fonti di contaminazione così come le manualità non igieniche praticate dagli addetti alla mungitura.

Per quanto riguarda invece la loro presenza negli impianti di trattamento del latte, si possono trovare nei prepastorizzatori, nei preriscaldatori, e negli evaporatori e in altre parti degli impianti sottoforma di biofilm (Scott & Coll.20).

Caratteristiche dei bacilli termofili

I membri del genere Bacillus ed i bacilli termofili obbligati hanno semplici necessità nutrizionali: non richiedono infatti specifici aminoacidi per la loro crescita e, perciò, sono in grado di svilupparsi in terreni semplici (es. TSA).

La temperatura di crescita dei termofili obbligati è di solito compresa tra 55°C e 65°C, variando tra le specie ed i singoli ceppi della stessa specie.

Per i Bacilli termofili facoltativi le temperature di crescita sono riportate nella tabella n 1.

Le specie principali di termofili obbligati sono:

  • Anoxybacillus flavithermus
  • Geobacillus  sterothermophilus
  • Geobacillus thermoleovorans

Nella tabella n 1 sono riportate le caratteristiche dei bacilli termofili facoltativi ed obbligati

Anoxybacillus flavithermusGeobacillus stearothermo
philus
Geobacillus thermoleovoransBacillus licheniformisBacillus subtilisBacillus coagulansBacillus pumilusBacillus sporothermodurans
T° massima di crescita65-72 °C65-68 °C70 °C50-55 °C45-55 °C47-61 °C50-55 °C45-55 °C
T° minima di crescita30-38 °C37 °C35-47 °C15 °C15-25 °C15-25 °C5-15 °C20 °C
Crescita anaerobicaNoNoNoNoNo
Intervallo di pH6,0-9,06,0-8,05,2-8,05.2-85.5-8.54.0-10.55.5-8.55.5-8.5
Sporangio ingrossatoNoNoVariabileNoNo
Posizione sporaTerminaleTerminaleTerminaleCentraleCentraleSub TerminaleCentraleTerminale
Reazione V-PPositivaNegativaNegativaPositivaPositivaVariabilePositivaNegativa
Crescita in NaCl %NoNoNoNo
Riduzione nitrato/nitritoVariabileVariabileNoNo
Idrolisi caseinaVariabileVariabileNoDebole
Idrolisi gelatinaNoVariabileVariabileNo
Idrolisi amidoPositivaVariabileNoNo

Il genere Geobacillus

Il genere è composto da almeno 19 specie diverse, con cellule bastoncellari che appaiono singole o in brevi catene mobili per mezzo di flagelli peritrichi.

Le specie di Geobacillus fanno parte del genere Geobacilus, famiglia Bacilaceae, ordine Bacillales,classe Bacilli,phylum  Firmicutes.

Sono Gram positive, ma la colorazione può variare fino alla Gram negatività. Sono batteri chemio organotrofici, aerobi o anaerobi facoltativi. Sono ceppi obbligatoriamente termofili. Le temperature di crescita sono comprese tra 37°e 75° C, l’optimum di crescita è compreso tra 55°-65°C. La crescita avviene ad intervalli di pH compresi tra 6.0 e 6.5.

Le prove di identificazione richiedono la valutazione della loro attività nei confronti di carboidrati. I Geobacilli produco acido ma non gas da glucosio, fruttosio, maltosio, mannosio e saccarosio. Molte specie non producono acido dal lattosio.

Caratteristiche metaboliche di Geobacillus  stearothermophilus

Oltre alle caratteristiche riportate in precedenza i ceppi della specie fermentano il glicerolo, il mannosio, ma non il lattosio e il galattosio. La sporulazione è una caratteristica fondamentale della specie. È favorita dalla presenza nel terreno di crescita da solfato e da cloruro di manganese.

Si produce in 10 giorni in substrato con pH 6-8,9. Il G. stearothermophilus è impiegato per la produzione di diversi enzimi quali le alfa-amilasi resistenti a  100°C per 1 h, la beta-mannasi termostabile, la proteasi alcalina extracellulare termostabile, l’alfa -L  arabinofuranoside, la lipasi termostabile e la beta-xilosidasi.

Il microrganismo è responsabile dell’alterazione detta “Flat sour” o inacidimento senza produzione di gas. Lee sue spore possono trovarsi  oltre che nel latte UHT anche nel latte concentrato scremato e nel latte in polvere.

Caratteristiche di Geobacillus  thermoleovorans

Alle caratteristiche citate in precedenza si aggiungono lo sviluppo di colonie nei terreni di coltura con colore bianco e spesso con color crema, rugose in superficie. Produce acido dal cellobiosio, melobiosio, lattosio non tutti i ceppi), raffinosio, saccarosio e trealosio. Non scinde gli altri zuccheri (Dinsdale & coll,2011)

Caratteristiche di Anoxybacillus flavithermus

Anoxybacillus  flavithermus  fa parte del genere Anoxybacillus  (18 specie),famiglia Bacillaceae,ordineBacillales,classe Bacilli,phylum Firmicutes.

Caratteristiche aggiuntive alle precedenti sono le seguenti: catalasi e ossidasi positivo. Utilizza glucosio, mannosio, maltosio, saccarosio, arabinosio, ramnosio e sorbitolo. Non cresce a 68°C (Pitula &coll.2000,Burgess & coll.2010).

Bacillus  sporothermodurans  e altri bacilli sporigeni termoresistenti nel latte UHT

Nel latte UHT possono trovarsi alcune specie di bacilli  con spore resistenti ad alte temperature come Bacillus cereus, B. sphaericus, B. licheneformis, Brevibacillus brevis e due altre specie con forte capacità alterante: B. sporothermodurans e Paenibacillus lactis. Il B. spothermodurans è stato descritto da Pettersson  & coll, (1996).Le principali caratteristiche del Bacillo sono riportate nella tabella n 1.

Le sue spore resistenti a 140°C per pochi secondi sono state isolate da diversi prodotti a base di latte (panna, latte con cioccolato, latte in polvere e latte ricostituito) (Hammer&coll.2000)   alterati in seguito alla germinazione delle spore e alla moltiplicazione delle forme vegetative.

La specie B.sporothermodurans è geneticamente eterogenea, avendo cloni diversi raggruppabili in tre gruppi:I,II,III.  Del primo gruppo fanno parte 16 ceppi, nel II e III sono collocati 3 ceppi ciascuno.

I ceppi per la crescita richiedono la presenza di vitamina B12 nel terreno di coltura. Le colonie   sul terreno BHI agar si presentano piatte, circolari, intere, di colore beige o crema. Producono acido da glucosio, D-fruttosio e maltosio e deboli quantità da saccarosio e trealosio.

Brevibacillus brevis

I Brevibacillus sono bastoncini Gram positivi,mobili con flagellimperitrichi. Hanno spore ellissoidali entro sporangi rigonfi. Le colonie sono piatte, lisce, circolari, intere. Sono aerobi stretti, catalasi positivi e ossidasi negativi. Idrolizzano caseina,gelatina e DNA ma non amido ed urea.

Crescono a pH  5.5-5.6. La loro crescita è inibita dal 2% di NaCl. La temperatura ottimale di crescita è di 30 °C, la minima è 20°C e la massima 50°C. Producono acidi ma non gas  dal D- fruttosio . La produzione di acido è invece variabile da D-glucosio, maltosio e D-ribosio. Non scindono altri zuccheri (Shida & coll.1995)

Paenibacillus lactis

P. lactis è stato isolato da latte non trattato e da latte UHT da Schedelman & coll. (2004). Una delle fonti principali di contaminazione risulta derivare dal mangime. Le spore resistono alla temperatura di 120 °C.

Le colonie si sviluppano su TSA in quattro giorni e si presentano opache, di color crema, leggermente convesse, rotonde con margini frastagliati e trasparenti. Le microcolonie, mobili, si distribuiscono sulla superficie dell’agar in senso orario.

Sono aerobiche. La temperatura massima di crescita è tra 50° e 55°C, mentre quella ottimale è compresa tra 30° e 40°C. Il pH ottimale per lo sviluppo è 7, quello minimo è tra 5.0 e 6.0,il pH più elevato  di sviluppo è tra 10,5 e11. I bacilli non idrolizzano la caseina, ma scindono il beta-D-galattopiranoside.

I bacilli producono acido da L-arabinosio, D-cellobiosio, D-fruttosio, D-glucosio, glicogeno, lattosio, maltosio, mannitolo, D-mannosio, D-melibiosio, D-raffinosio, ribosio, amido, saccarosio e D- trealosio.

La produzione di acido è ceppo dipendente per D-arabinosio,L-I ceppi di Paenibacillus lactis fano parte del genere Paenibacillus, famiglia Paenibacillaceae, ordine Bacillales, classe Bacilli, phylum Firmicutes.

Potenziale capacità alterante di bacilli termofili  obbligati e di termofili  facoltativi

I ceppi di termofili obbligati e di termofili facoltativi producono acidi organici e vari enzimi termostabili, proteinasi e lipasi, alterando così latte e derivati.

I termofili obbligati posseggono una bassa capacità alterante poiché il latte ed i suoi derivati sono conservati a temperature inferiori a 37°C e a questa temperatura non crescono. Maggiormente alteranti sono, invece, i ceppi termofili facoltativi.

Le alterazioni da essi prodotte sono riportate nella tabella 2

ALTERAZIONEAGENTI RESPONSABILI
InacidimentoBacillus spp, Bacillus coagulans
Coagulazione dolceBacillus spp, Geobacillus stearothemophilus, Paenibacillus lactis
Rigonfiamento del contenitoreBacillus spp.
ViscositàBacillus subtils, Bacillus licheniformis
Odori e sapori sgradevoliB:cereus

I termofili obbligati non sono patogeni. Alcuni termofili come B. licheneformis, B. pumilus e B.subtilis possono produrre tossine, ma solo a 30° e 37°C (De Jonge & coll.2009), B.cereus  è in grado di alterare il latte, che diventa imbevibile.

Latte contaminato: termoresistenza di spore termofile

Nella tabella n.3 sono riportate le termoresistenze delle spore di termofili obbligati e facoltativi

°CSopravvivenza
Geobacillus sporothermophilus121°C42 sec
143°C4 sec
Anoxybacillus flavithermus143 °C3 sec
Bacillus  licheneformis120 °C3 sec
125°C4 sec
Bacillus subtilis120°C4 sec
Bacillus pumilus135°C10 sec
Bacillus  sporothermodurans125°C2 sec

Presenza di termofili nel latte e biofilm quali fonti di contaminazione

La quantità di termofili nel latte è in genere inferiore a 10 ufc/ml (Hill & coll.1994;Guiggon & coll.2002) e solo in certe occasioni si sono riscontrate concentrazioni superiori a 100 uf/ ml. I termofili predominanti sono B. licheneformis e B. coagulans, ma nel latte UHT sono presenti solo G. sporothermophilus  e A. flavithermus.

I termofili nell’impianto di pastorizzazione possono trovarsi nei biofilm. L’adesione dei batteri alle superfici e il conseguente sviluppo in biofilm è un’evenienza comune in ambienti naturali e negli impianti industriali.

I biofilm sono definiti come  microcolonie di cellule batteriche racchiuse in una matrice extracellulare di sostanze polimeriche (EPS) sviluppatesi rapidamente sulle superfici.

La formazione di un biofilm si  verifica in tre fasi:

Fase I (entro 1-10 sec.) su superfici  ricoperte da componenti proteici del  latte e con calcio fosfato
Fase II (entro 6-8 ore) avviene la colonizzazione primaria delle cellule  batteriche nel substrato con formazione di esopolisaccaridi che supportano il processo
Fase III: si verifica la stabilizzazione irreversibile dei biofilm. Sono biofilm maturi con  le cellule batteriche inclusi in canali all’interno della matrice organica. La formazione dei biofilm avviene nelle parti dell’impianto a temperature comprese tra 45° e 65 °C. Da queste formazioni si liberano i batteri che poi passano nel flusso del latte.

Biorem®, usa soluzione efficace per eliminare e controllare la formazione di biofilm

Per quanto detto sinora, è evidente come il potenziale biofilmogeno dei microrganismi biofilmogeni rappresenti un ulteriore fattore di rischio nel garantire l’idonea shelf life del latte UHT, così come di altri prodotti trattati termicamente ad alte temperature.

Biorem® 3G, grazie alla sua formulazione enzimatica esclusiva e brevettata per la rimozione di biofilm microbico, rappresenta una soluzione efficace nel rimuovere completamente qualsiasi biofilm, qualunque sia il suo stato di maturità e la sua composizione microbica.

Piramide può annoverare svariati casi di successo nell’applicazione di protocolli curativi Biorem® su impianti UHT.
Se siete interessati ad approfondire come Piramide può aiutarvi a comprendere, risolvere e gestire problematiche simili nella vostra azienda, potete contattarci e chiedere un audit con i nostri tecnici esperti in procedure di cleaning enzimatico e in ambito microbiologico.

Bibliografia

  • Burgess A; Lindsay D.; Flint S:H: & coll. (2010) Int. J. Food  Microbiol. 144, 215-225
  • Coorevits A; Dinsdale A.; Halket G.& coll. (2012) Int. J. Syst. Evol. Microbiol. 62, 1470-1485
  • De Jonghe V; Coorevitz A; De Block J. & coll. (2010) Int. J. Food Microbiol. 136, 318-325
  • Griffith M.W. (1955) Bull. Int. Dairy Fed. 302,3-6
  • Pikuta E. ; Lisenko A.M.; Chuvilakage N. & coll. (2002) Int. J. Syst. Evol. Microbiol. 53, 2019-2017
  • Schedelman  P.; Pi lA.; Herman L.; De Vos P. & coll: (2005 Appl. Env. Microbiol. 71, 148o-1494)